venerdì 26 novembre 2010

Clafoutis di mele, con e senza zucchero a velo




di Piera Palermo

Ebbene si chiamatemi “clafouteuse”! Questa ricetta mi è piaciuta talmente tanto che l’ho realizzata più volte, nell’ultima ho aggiunto alla fine una montagna di zucchero a velo e il risultato è stato eccellente!
Con la friends abbiamo deciso di sfidarci a colpi di dolci francesi, primo perché adoro la Francia e Parigi e secondo perché era da un po’ che non deliziavo il mio palato con la crème brulée. Di ritorno dalla Francia prima e dall’Olanda poi ho provato senza buoni risultati a realizzare questa deliziosa crema con le mie mani, ma non avendo ottenuto il risultato sperato, ho furbamente lanciato alla mia friend la sfida più complicata. La prima vera crème brulée l’ho sperimentata al Café des 2 Moulins, il locale de “Il favoloso mondo di Amelie” , sull’antica Rue Lepic di Parigi di ritorno da Montmartre e, seduta ai tavolini della Brasserie proprio sotto la locandina del film dove troneggiano gli enormi occhi della talentuosa Audrey Tautou, ho scoperto che anche a me PIACE rompere lentamente con il cucchiaino il sottile strato di zucchero di canna per sentirne il crepitio; l’ultima crème brulée invece l’ho gradita al Luxembourg di Amsterdam in Piazza Spui e proprio in quel preciso istante ho preso la decisione che non l’avrei più abbandonata e così nel pieno della nostalgia ho sfidato la mia friend in questa ricetta decisamente più complicata, lasciando per me la realizzazione del semplicissimo e profumatissimo Clafoutis.
Il termine dialettale francese significa riempire, la ricetta originale infatti prevede che le ciliegie nere “riempiano” un impasto molto simile a quello delle crepe, in questo caso invece l’effetto è esattamente il contrario, la funzione di riempire è lasciata all’impasto. La pastella viene versata direttamente nella tortiera imburrata su un letto di fette di mele tagliate non troppo sottili e disposte disordinatamente . La colata di impasto penetra tra le fette di mele riempiendo gli spazi lasciati vuoti tra una fetta e un’altra, sprigionando una serie di profumi provenienti dagli ingredienti di base (uova, latte, zucchero e farina), dalla scorza grattugiata del limone e dall’uva sultanina lasciata ammollare nel Cognac. Che delizia!

E poi è così veloce che siete tutti invitati chez madame Pierà la clafouteuse!

(da Frutta e Dolci al cucchiaio dell’Enciclopedia della cucina di Repubblica a pag. 237)

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