giovedì 7 ottobre 2010

Dolce al limone


di Piera Palermo

Vado in ufficio lasciando gli ingredienti pronti sul top della mia bianca cucina in attesa della pausa pranzo per la lavorazione dell’impasto: difficoltà media, tempo di preparazione 15 minuti……fattibile.
Unico neo: indosso una camicia di lino bianco che finirà per trascorrere l’intera nottata in ammollo nell’omino bianco!
E così timbro il cartellino ed in un battibaleno mi ritrovo ad impastare zucchero di canna, burro e ….. scorza di limone biologico grattugiata (ci risiamo, se la mia friend mi lancia un’altra sfida dove mi tocca grattugiare l’accoppo)(ah, non abbiamo mai precisato che le ricette sono una sfida che ci lanciamo a vicenda, ognuno di noi sceglie il dolce che l’altra dovrà preparare, così è sicuramente più stimolante e divertente).
Il primo attimo di sconforto lo vivo immediatamente, la ricetta recita “ fino ad ottenere un composto dalla consistenza gonfia e spumosa”, il mio composto non gonfia…ne fa la spuma, dopo 10’ minuti mi tocca rassegnarmi e, con il labbro inferiore a cucchiaino, unisco i tuorli, la farina, il succo di limone e dulcis in fundo il latte che provocherà quell’esplosione di gocce d’impasto che mi costringeranno ad un veloce cambio di camicia prima di rientrare in ufficio da una pausa pranzo senza pranzo.
E così dopo altre tre ore di lavoro, spengo il pc, ripongo le pratiche nell’armadietto, timbro l’uscita e di corsa torno nella mia bianca cucina a montare gli albumi a neve. Quindi li unisco lentamente al composto che finirà in una teglia imburrata a cuocere in forno a bagnomaria.
Il risultato non è dei migliori. Presento il dolce in tavola nella stessa teglia di cottura dopo averlo spolverizzato di zucchero a velo e cacao, ma l’ora trascorsa in forno non è stata sufficiente …o comunque qualcosa non ha funzionato. Il dolce, buono in superficie, è rimasto molliccio internamente, peccato. Cottura a bagnomaria monella!
“ Non vi scusate mai, non abbiate paura” Julia Child in “Julie & Julia”

(da Frutta e Dolci al cucchiaio dell’Enciclopedia della cucina di Repubblica pag. 253)


Nessun commento:

Posta un commento